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Il/la naturopata


di LaTuaLei
11.12.2020    |    1.367    |    27 9.9
"Così fu e da li inizio un percorso di stima e conoscenza che oggi a distanza di quasi un anno e mezzo ha portato a dei risultati nel suo stato emotivo e fisico..."
Tempo fa ci conoscemmo per motivi professionali. Io, al di qua della scrivania nelle vesti di naturopata, lui 56 anni nella poltroncina dedicata agli ospiti per fare un consulto con me.
Si presento come una persona stanca. Stanca della vita. Stanca ad ogni risveglio mattutino.
Il suo matrimonio era ad un punto di svolta. Forse una separazione in vista. Con la moglie, piattezza nei sentimenti, piattezza nelle piccole cose nei gesti semplici. Piattezza soprattutto nell'intesa fisico. L'abitudinarietà aveva corroso ogni tipo di stimolo fisico e mentale. Un bacio era solo un toccarsi sterile di due parti di corpo. Una carezza, un distratto sfregamento. Un abbraccio, un ricordo lontano. Il rapporto fisico, oramai ridotto ai minimi termini sia in durata che in frequenza, era vissuto in maniera meccanica e distaccata.
Il lavoro lo viveva esclusivamente come una imposizione quotidiana il cui unico scopo era quello di pagare le bollette, i finanziamenti, il mutuo.
Zero attività fisica.
Fumatore di un pacchetto al giorno per abitudine e non per piacere.
Birraiolo ai pasti.
Dolcetto di fine pasto sacrosanto.
Sciupato e disattento nel vestire.
Principalmente freddoloso ma soggetto a caldane assurde che lo portavano in pieno freddo a mettersi in maniche corte.
Insomma un po un disastro per se stesso. Difatti la sua prominente pancia la diceva tutta.

Si sedette in maniera svogliata e scettica. Un suo conoscente gli aveva consigliato di venire da me per un consulto. Ma non era granchè motivato a fare nulla. Ne tantomeno a risolvere alcunchè di quello che era la sua vita.
Esordì dicendo non so neanche per quale motivo sono qui.
Gli spiegai che era come andare in palestra (al che disse allora stiamo freschi....).
Continuai dicendogli che il mio lavoro era una sorta di consigliere negli usi e costumi. Specificai di non lavorare a seduta ma su base mensile, come in palestra, dove c'è l'allenatore di sala.
Vabbè non ho capito molto. Ma proviamo furono le sue parole.
Presi nota di tante sue cose e rimandammo l'incontro alla settimana successiva dove gli avrei iniziato a dare dei consigli mirati.
Così fu e da li inizio un percorso di stima e conoscenza che oggi a distanza di quasi un anno e mezzo ha portato a dei risultati nel suo stato emotivo e fisico.

Tutto successe forse un po per caso circa tre mesi fa, a fine estate. Questo stato di agitazione, montato da questa emergenza aveva reso la quotidianitià una cosa strana. Lavorava da casa quasi tutti i giorni con tre rientri al mese in ufficio per aggiornamenti e riunioni. Era po annoiato, migliorato sotto l'aspetto della pancia, quasi del tutto scomparsa era smanioso. Cercava qualcosa. La situazione matrimoniale era stata congelata per questa situazione di emergenza. Ma era sempre la stessa. Piatta. Insipida. Mi confidò di aver fatto qualche scappatella con qualche donnina di strada ma che era rimasto amareggiato alla fine del rapporto. Erano macchine, disse. Nulla di umano. Si forse le belle forme. La bella carne giovane calda che potevi toccare solo se alla tariffa base di 30€ aggiungi 10 o 20 o anche di più. Ma nulla a che fare con il piacere. Naturalmente pagamento anticipato. Mentre monti da dietro quelle belle forme tondeggianti di giovanissime ragazze ti sembra di starti a segare davanti un porno in tv. Guardavo la mia immagine rispecchiata dal finestrino della macchina come fosse un altro. 10 minuti di carnalita' avulsa da qualsiasi coinvolgimento. Un ciao. E il vuoto. La solitudine. L'amarezza. Immagini che a ripensarle non ti portano eccitazione per eventuali successivi pensieri eccitatori. La nullezza.
Lo sentivo sfogarsi mentre in me ardeva il desiderio di tirare giù la maschera di uomo per svelargli quella di femmina vogliosa. Femmina, il cui desiderio è dare piacere. Avere riscontro immagginatorio. Emozionale. Fisico. Erotico. Sessuale.
Solitamente non faccio incrociare la vita normale professionale con la mia intima necessità di far vivere, anche, la parte femminile che alberga in me. Forse il contrario è capitato. Che amici che hanno conoscito la MiaLei poi sono diventate delle persone seguite anche sotto l'aspetto di consulente naturopatico, ma il contrario non l'avevo ancora mai sperimentato.
Ma data la confidenza che si era venuta a creare negli ultimi mesi gli dissi se era disposto a fare una seduta con una persona a me molto cara, che conoscevo bene. Quasi una parte di me. Non esitò ad accettare. Ci accordammo per la settimana successiva a fine giornata di lavoro. Volevo lo studio libero.

Quel giorno ero un po in tensione. Non sapevo come avrebbe reagito nel vedermi completamente trasformato in una femmina. Alle 17, con largo anticipo sulla tabella di marcia, l'ultima consulenza era finita. Avevo ben due ore per prepararmi con calma. Misi sul divano tutte le cose che avevo pensato di mettermi ed iniziai con molta calma a indossare la MiaLei e a spogliarmi della mia parte maschile.
Iniziai a svestirlo. Gli abiti del maschio li deposi in maniera disordinata sulla sedia di fianco. Come fosse un rito sacro infilai il perizoma. Sentirlo salire su dalle caviglie, accarezzare nella salita le cosce. E prendere la sua naturale collocazione infilandosi in me, è puro erotismo, puro piacere. Con la coda dell'occhio guardai allo specchio quelle forme femminili che con un semplice pezzo di stoffa riprendevano vita dopo l'addormentamento nelle vesti di maschio.
Tirai poi su il reggiseno con incorporati quei grossi seni in silicone. Mi eccita sentire il loro peso deciso ed importante da 4 abbondante. Misi subito su un maglioncino grigio a collo alto. Aderente. La prominenza di quel seno è entusiasmante. E' eccitante intravedere, in controluce, quei capezzoli che si ergono da quelle rotondità che pagherei oro fossero reali. Carnali. Mie.
Lo specchio mi restituisce una femmina svestita e provocante. Un maglioncino che a stento arriva sopra i glutei disegnati dal perizoma.
Mi siedo da femmina e inizio a sentire la stoffa delle autoreggenti nere che sale su dalla caviglia, al polpaccio, alla coscia. Sistemo il merletto del silicone alla giusta altezza e posizione. Li presente con la me stessa riflessa nello specchio, metto su anche l'altra calza. Seduta, chiudo le gambe da femmina puntando sulle punte dei piedi a tirare il polpaccio.
E' ora delle scarpe. Di quei tacchi sui quali sentire tutto il peso della femmina. Quei tacchi la cui scomodita è pagata totalmente dall'effetto sensuale che ottengono. Il tacco deve essere alto, altissimo. Devi sentire il collo del piede tirarsi al suo limite. La caviglia svolge l'importante ruolo di tenerti ed è il necessario accordo tra la linea del collo del piede e quella del polpaccio che deve tirarsi in maniera morbida, burrosa. Non eccessiva (da maschio), non inesistente (da femmina poco sensuale). La giusta combinazione che rende il compromesso stimolante, eccitante all'occhio del maschio che la osserva. E' come il giusto dolce di pasticceria che fa venire l'acquolina in bocca. Ne meno, ne più.
Do pieno corpo alla gravità. Mi alzo in piedi. La femmina al di la dello specchio ammicca sicura del suo effetto provocante. La forza di gravità rende armonica la piegatura del collo del piede, la caviglia, il ginocchio.
Mi risiedo vogliosa di mettere su la minigonna che con quei suoi giochi di morbidezza guarnisce la pietanza in maniera sublime. Adoro le gonne morbide, più di quelle tirate, aderenti che fanno gioco il giusto gioco di seduzione, del vedo non vedo. Quelle belle stoffe colorate in maniera sobria e di buongusto che formano gonnelline e abitini che mi tentano nelle vetrine e che mi ritrovo a comprare in maniera convulsiva come fossi femmina a tempo pieno pensando al piacere di indossarle. Al piacere dell'effetto di eccitazione che provocano nel maschio che mi incontrerà. La infilo. La tiro su in vita. La godo in tutto il suo splendore a completare la vestizione della femmina che nello specchio stà ad urlare. Femmina. Sono femmina. Voglio essere femmina eccitate per il maschio che manifestera la sua dura eccitazione.
Ora un po di trucco. Fondotinta, rossetto rosa corposo. La parrucca. Gli occhiali da segretaria sexy. Sono pronta. Ho vogli di maschio. Della sua gonfia eccitazione.

Suonano al citofono. E' lui. Ho il cuore a 2000. non so che impatto avrà questa mia veste al femminile. Se rimarrà piacevolmente sorpreso oppure si scandalizzerà e girando sui tacchi prenderà la via dell'uscita.
Eccolo.....suona alla porta. Lascio le luci dell'ingresso in penombra.....sento....è permesso? Prego vieni avanti gli faccio con voce bassa quasi a voler nascondere il timbro maschile. Un mha!!!! con 10 punti esclamativi è la sua parola nel vedermi mentre con lo sguardo passa dalla punta dei piedi alla parrucca. Si sente in imbarazzo. A stento sorregge il mio sguardo. Tranquillo gli dico in maniera molto dolce mentre lo precedo girandomi sul tacco 12 e mostrandogli la mia parte posteriore mentre ancheggia eleganetmente nella stanza dove di solito ci incontriamo per il consulto. Sento il suo sguardo sul mio polpaccio tirato. Sul dietro del ginocchio che molti amano perchè estremamente sensuale e femminile. Sulla gonna che disegna il mio fondoschiena. Caspita che sorpresa, lo sento dire in un tono appena percettibile. Ribatto, spero una piacevole sorpresa. Si in effetti.....dice.
Mi accomodo su una delle due poltroncine invitandolo a sedersi su quella che ho posizionato davanti a me. Mi guarda le tette. Accavallo delicatamente le gambe. Faccio volutamente intravedere il merletto dell'autoreggente e un po di carne nuda. Belle scarpe dice un po timidamente. Grazie rispondo. Sei rimasto scosso. Bè in effetti, risponde non mi aspettavo questa strana situazione. Come mai così? Mi chiede. Ad alcuni amici svelo la mia parte femminile che sento molto forte in me. E con te in queste ultime settimane siamo diventati un po più amici. Un po più in confidenza. E allora mi sono detto, perchè no. Perchè non fare una seduta presentandogli questa parte sexy e provocante.
Come mi trovi? Chiedo. Be devo dire che sen non ti conoscessi ti avrei scambiato per una femmina. Quei tacchi quelle gambe sono proprio femminili. Lo ringrazio in maniera timida. Sai gli dico, sono anni che ho capito che dentro di me si annidava una femmina che cercava un po di luce. Allora io ogni tanto cerco di dargli respiro. Di farla vivere. E ti dovessi dire le persone, i maschietti, che ho conosciuto sono tutti rimasti afascinati da questa mia seconda natura.
Bè se tutte le donne, le femmine si vestissero così sarebbe bello. Io mia moglie non l'ho mai vista su tacchi così alti e sensuali. Replica lui.
Quindi come mi trovi gli chiedo diretta? Be, arrossisce un po'......sei molto provocante. Ti ripeto che quando mi hai fatto strada e mi camminavi davanti il pensiero che bella fi.....a, scusa, mi è balenato in mente. Poi ho subito razionalizzato che eri tu. Ora che mi sei seduta qui davanti, con quelle gambe accavallate in quel modo, quel vedo non vedo che intravedo dalla gonna, qualche pensiero mi viene.....Gli feci un grande sorriso e un'espressione un misto tra imbarazzata e vergognosa.....ero certa che le forme e l'abbigliamento lo avrebbero incantato come succede spessissimo.
E quindi, dice.
Gli raccontai un po di me. Di questa mia voglia, o meglio necessità. Dei vari amici che apprezzavano questa mia versione e che erano contentissimi di giocare un po con me. Giocare? Disse..... Si giochiamo io a fare la femmina e loro i maschietti. E in cosa consiste questo giocare? Ma, mi accarezzano le gambe, molti adorano il collo del mio piede. Qualcuno mi accarezza le cosce spingendosi al limitare tra l'autoreggente e la carne. Vedo che sei depilato? Mi dice. Bè si la cosa cerco di farla molto al femminile, rispondo, e sappi non metto in alcun modo in gioco la mia parte maschile. Mi piace giocare solo a fare la femmina. Chiedo loro eventualmente di giocare con me costruendo delle situazioni. Delle situazioni che hanno in mente. Che vorrebbero fare con la loro moglie o compagna. Situazioni che rimangono li ferme nella loro mente, spesso creando anche dei blocchi emozionali. Dei problemi che poi vivono male nel rapporto con la consorte. Insomma quasi per loro una terapia costruttiva. E ti posso dire le fantasie represse di voi maschietti non puoi immaginare dove si spingono. Per molti sono la segretaria che vorrebbero conquistare. Per alcuni la cognata. Per altri la moglie dell'amico. Ultimamente uno addirittura aveva una fantasia (io credo sia molto comune ma nessuno lo dice), di farsela con una suora. Questo addirittura mi ha comprato un vestito che ho indossato per lui. Interessante, dice. Ma poi si va anche sul concreto a fare cose piccanti? Be diciamo di si, gli rispondo. La confidenza arriva ad un livello tale che la fantasia è bene venga ben realizzata in concreto. Molti appagati da questo hanno migliorato anche il rapporto con le conviventi.

Tu ad esempio avrai di certo delle fantasie. Me ne vorresti parlare? Solo se ti senti sia ben chiaro. No no, non ho problemi a dire qualcosa. Mi sembra una cosa interessante, curiosa. Quindi che fantasia avresti ora ad esempio, Chi sarei per te ora in questo momento qui seduta davanti a te.
Guardandoti, con quell'occhialetto rettangolare, quel taglio di capelli corto, un abbigliamento molto elegante e sexy, potresti in effetti essere una bella e provocante segretaria.
Io sarei quindi la tua segretaria o una collega? Si più una collega. La segretaria del capo. Che se la tira un po troppo con noi umili dipendenti e che vede solo il suo capo con il quale, tutti ci scommettiamo ci fa sesso.
Vorresti quindi toccare le gambe della segretaria del tuo capo? Arrossisce......si. Veramente mi piacerebbe. Come si chiama la segretaria? Ludovica. Allora saro per te Ludovica o Ludo. Dai avvicinati Luca (il nome non è quello vero per motivi di riservatezza). Non essere timido. Mette tre dita sul ginocchio. Poi il palmo. Stringo le gambe accavallate girandomi verso sinistra. Questo movimento scopre leggermente di più la parte di coscia non velata dall'autoreggente. Cosa che coglie subito. Luca sai quante volte in ufficio ho notato i tuoi sguardi insistenti sulle mie gonnelline, sulle mie gambe. Si Ludovica, te lo confesso ogni volta che venivo a fare le fotocopie nella stanza di fianco la tua, l'occhio sulla tua miss, sul tuo abbigliamento sempre impeccabile e molto sexy lo buttavo sempre. Sei un po porcellino caro il mio luca. E hai mai fatto pensieri sconci su di me? Si Ludo alcune volte mi sono masturbato. Casa, in macchina dopo una giornata a guardare te che andavi avanti e indietro per i corridoi con quelle gambe, quelle cosce. La mano mi stringeva la coscia. Qualche volta anche qui nel bagno dell'ufficio. L'altro ieri ad esempio. Quel vestitino corto con quelle calze chiare, color carne, quella scarpa affusolata, quel tacco vertiginoso. Il polpaccio e la coscia erano uno spettacolo e alla pausa caffè sono andato al bagno. Non ho resistito.
Ludo, ti posso fare una domanda? Si dimmi Luca. Te la fai con il capo? Be sai il capo è gentile. Mi invita spesso a pranzo alla pausa pranzo. Paga sempre lui. Si ricorda sempre del mio compleanno, a tutte le feste ha un pensierino per me. E' molto galante. E' anche un uomo molto affascinante. E tuo marito? Non sa nulla? Scherzi? Mi ammazzerebbe. Però Luca, questa confidenza che sia il nostro segreto. Ok? Va bene Ludo. Reggevo il gioco, il suo gioco e lui si immedesimava bene nel contesto. La mano era piano piano arrivata alla coscia, vicino al merletto e diretta verso la carne.
Gli ripeto in tono molto intimo e confidenziale. Vero Luca sarà il nostro segreto. Mentre appoggiavo distrattamente e con decisione la mano sulla sua alta cosca. Molto molto vicino a sentire se il suo desiderio si era gonfiato.
Si Ludo, sarà il nostro intimo segreto. Mentre la sua mano si porta sulla mia carne calda e liscia. Io allo stesso tempo lo sento. Lo sento. Pieno. Gonfio.
Mi alzo in piedi davanti a lui seduto e mi giro. Ogni mano prende in carico una gamba. Parte dalla caviglia. Sulla quale si sofferma non poco. Che bella che sei Ludo. Quante volte ho desiderato..... le mani allisciano il nylon delle calze. Su e giu. E ogni volta si spingono sempre un po più su. Arrivano sotto la gonna. La alzano. Le sue mani sentono la mia pelle calda. I glutei. Il perizoma. Che culo.....lo sento dire con voce rauca. Lo faccio giocare ancora un po. Mi rigiro. Mi siedo. Accavallo le gambe. Vieni. Alzati gli dico. Si alza subito. Armeggio con la citura. Sbottono i pantaloni. Giù la zip. Gli accarezzo quell'anomalo quasi esagerato gonfiore presente sotto gli slip. Lui immobile osserva senza battere ciglio. Ludo.....dice. Tiro giu lo slip il suo affare circonciso è molto inviante. Alzo la testa gurdandolo negli occhi mentre lo accarezzo. Luca, gli dico, mentre scavallo le gambe per avvicinarmi meglio. Lo assaporo con la lingua. Faccio qualche giro del gonfio glande. Poi lo prendo in bocca. Oddio che bocca calda che hai Ludo. E' gonfio e duro da scoppiare. Affondo fino alla gola per sentire tutta quella dura carne penetrarmi dentro fino alle tonsille. Ansima, e continua a dire ludo ludo ludo.....mi prende la testa e con decisione mi scopa la bocca e rifila una decina di affondi secchi. In contemporanea lo sento ansimare e dire ludooooooo si ludoooooo, brava, siiiiiiiii mentre il suo caldo sperma mi riempie.
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